La Flotta settentrionale della Marina russa ha schierato i caccia MiG-29K per una serie di operazioni nell’Artico, che hanno incluso esercitazioni di volo dopo la fine della notte polare in condizioni di crepuscolo. L’unità di caccia si è esercitata nelle principali manovre di combattimento e nelle tecniche acrobatiche ad una serie di altitudini, compresi esercizi di puntamento e intercettazione incentrati sulla capacità di ingaggiare aerei nemici simulati. Al termine del ciclo di addestramento, i MiG sono tornati alla loro base permanente di Severomorsk-3. Le esercitazioni nell’Artico si sono svolte mentre l’attenzione militare russa e occidentale si è sempre più concentrata sulla regione, in parte a seguito delle dichiarazioni del presidente Donald Trump, dopo la sua elezione, circa l’intenzione di annettere il territorio artico della Groenlandia, situato in posizione strategica. La conclusione delle esercitazioni dei MiG-29K coincide anche con il primo dispiegamento dei bombardieri strategici russi Tu-160 per lunghi sorvoli sulle acque internazionali nel 2025, che si sono svolti nell’Artico.

Il MiG-29K è di gran lunga la variante del MiG-29 più capace in servizio nelle Forze Armate russe ed è un derivato navale del MiG-29M, caccia di peso medio di “generazione 4+”, dotato di radar a scansione elettronica, cabina di pilotaggio in vetro e accesso a una gamma di moderne classi di missili aria-superficie, aria-aria e antinave. Lo sviluppo del caccia è stato finanziato da un ordine per 42 velivoli da parte della Marina indiana all’inizio degli anni 2010, consentendo alla Russia di ordinare un singolo reggimento di 22 velivoli per la propria portaerei Admiral Kuznetsov. Si trattava di uno degli unici ordini di MiG-29 di nuova costruzione da parte della Russia dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, dato che il Ministero della Difesa russo aveva preferito il Su-27 Flanker e i suoi derivati, molto più grandi e con un raggio d’azione maggiore, al MiG.